La scintilla scatta su Facebook. Ma l’amore diventa un incubo
Trentunenne di Costigliole accusato di stalking e violenze a un’adolescente
Si spacciò per liceale diciannovenne di Roma. Di anni ne aveva, invece, 25, origine brasiliana, con residenza nell’Astigiano. Ma su Facebook puoi millantare quel che ti pare: una laurea che non hai, ricchezze mai possedute, un carattere mite che non ti appartiene. Finché, usciti dal mondo virtuale, si fanno i conti con quello reale. E, allora, a volte è ben altra cosa.
Una ragazza oggi poco più che ventenne, ma che nel 2011 aveva 15 anni, entrò in contatto con il sedicente liceale romano, scoccò la scintilla, post dopo post, e decisero di incontrarsi dal vero a giugno di quell’anno. I successivi venti mesi divennero un incubo.
Ora per l’uomo, Enrico Adilson Boella, 31 anni abitante a Costigliole, accusato di stalking, violenza sessuale, violenza privata e danneggiamento, il pubblico ministero di Alessandria Francesca Rombolà ha proposto la condanna a cinque anni, nove mesi e quindici giorni. Alla richiesta di riconoscimento di responsabilità si è associato l’avvocato Silvia Nativi, parte civile per la giovane ora maggiorenne. Invece, il difensore Lucas Barbesino ha invocato l’assoluzione su tutta la linea, tranne che sul porto abusivo di un coltello (usato per minacciare) per il quale ha chiesto il minimo della pena. Il verdetto è atteso il 13 dicembre.
Fin dal primo incontro, a giugno 2011, la ragazza, secondo quanto descritto nel minuzioso capo di imputazione, aveva scoperto un giovane diverso da come se l’era immaginato: meno delicato e più pressante (soprattutto nei gesti e nelle pretese sessuali) di quanto lei, adolescente, era pronta a concedere. Ma lui non intendeva rinunciare: la sollecitava con lusinghe, con regali (anche l’anello d’oro) e finanche con minacce, una volta ottenute certe foto che avrebbero dovuto rimanere intimamente condivise tra loro due. «Le farò vedere ai tuoi genitori…». Lei concesse anche di più, sacrificando, sotto forzature e pressioni, il passaggio dalla fanciullezza alla maturità.
E le foto, comunque, Boella le consegnò davvero ai genitori di lei, quando si rese conto che, nonostante le intimidazioni, la ragazza in tutti i modi cercava di staccarsi da quell’amore malato.
[Fonte: La Stampa]