Cosa si intende per assegno perequativo e a chi spetta
Giusto per ricordare che i papà non sono solo “Babbomat”
In caso di separazione o divorzio spetta al giudice fissare le misure economiche che possano garantire al minore la conservazione del tenore di vita goduto durante la convivenza con entrambi i genitori. Qualora i redditi dei genitori siano notevolmente sproporzionati, il giudice può disporre il pagamento di un assegno periodico, detto perequativo, teso cioè a riequilibrare la diseguaglianza economica degli ex coniugi. In questo modo verrà quantificato l’importo del mantenimento dei figli sulla base dei “tempi di permanenza presso ciascun genitore e sulla valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore”.
Perchè viene assegnato?
Al fine di realizzare il principio di proporzionalità, il giudice determina il pagamento dell’assegno perequativo al genitore con il reddito più basso per evitare che sostenga esborsi maggiori in relazione ai propri guadagni.
La sentenza del Tribunale di Milano del 19 Marzo 2014, infatti, stabilisce che “in caso di redditi dei genitori particolarmente sperequati, il giudice, per garantire che il minore goda dello stesso tenore di vita, sia con il padre che con la madre, può porre a carico dell’uno (anche se collocatario) l’obbligo di versare all’ altro, un emolumento economico da destinare al figlio per il tempo in cui si trova assieme al genitore non collocatario”.
Cosa tutela l’assegno perequativo?
Secondo l’art. 155 del codice civile “anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale”.
L’assegno perequativo, quindi, tutela il diritto alla bigenitorialità, ossia la presenza contemporanea ed alternata di entrambi i genitori nella vita dei figli, e non deve essere assolutamente pregiudicato dalla disparità di capacità contributiva dei genitori. È importante che i rapporti economici siano regolati in modo da evitare che un bambino possa godere da parte di un genitore di ogni agiatezza economica, mentre dall’ altro possa, invece, avere solamente lo stretto necessario per vivere.
È necessario salvaguardare il principio alla bigenitorialità perchè, qualora non fosse così, si verrebbe a creare una lesione nei rapporti tra genitori e figli, poichè “il bambino, tendenzialmente, sarebbe meno incoraggiato a frequentare il genitore debole e certamente identificherebbe il suo maggiore benessere allorché si trova con il genitore economicamente più forte” (Corte App. Milano, decreto 11 agosto 2014).
Avv. Silvia Nativi