Una condanna a tre anni per la violenza sessuale nell’area ex Alfa a Tortona
Il complice sarà processato a fine luglio. Vittima una ragazza venticinquenne
In due avevano tentato di abusare di una tortonese venticinquenne, trascinandola in un deposito dismesso dell’ex Alfa, nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Tortona. Era il 28 dicembre dello scorso anno: le invocazioni di aiuto, benché urlate, non potevano essere ascoltate, ma la giovane, disperata, pur allo stremo delle forze, era riuscita a rotolare via dalle mani dei due balordi e correndo si era messa in salvo. I carabinieri, prima di notte, li avevano identificati e bloccati. E lei, senza esitazioni, li aveva riconosciuti.
Uno, ora, è stato condannato a tre anni di reclusione, più l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, e il riconoscimento di una provvisionale di ventimila euro alla ragazza costituita parte civile con l’avvocato Silvia Nativi. Ilie Benzar, 33 anni, difeso da Alexia Cellerino, ha continuato a negare, ma non è stato creduto dal gup Aldo Tirone: la circostanziata versione della vittima, insieme ai riscontri raccolti dagli investigatori, hanno convinto il giudice così come già il pm Alessio Rinaldi che aveva incriminato Benzar con il complice Cristi Florin Barbu, 32 anni. L’episodio è unico, ma i processi divisi. Barbu, infatti, non ha scelto il rito abbreviato (che ha consentito a Benzar di beneficiare dello sconto automatico di un terzo della pena), ma il processo ordinario, che si discuterà il 24 luglio prossimo.
La mattina del 28 dicembre, la tortonese aveva parcheggiato vicino alla stazione. Mentre attendeva la madre impegnata in una commissione, si era allontanata di qualche decina di metri e aveva incrociato i due uomini che avevano attaccato bottone. «Hai una sigaretta?», questo sarebbe stato il pretesto. Non si sa con precisione come le parole siano degenerate nei fatti.
La venticinquenne è stata poi trascinata con forza in uno degli edifici che compongono l’ex Alfa dismessa e in stato di abbandono. Aveva il telefono cellulare, ma gliel’hanno sottratto.
Lontano da ogni contatto col mondo, certi che nessuno avrebbe potuto sentire invocazioni e urla, i due hanno cominciato a strappare i vestiti della giovane che, solo approfittando della disattenzione di un attimo, è riuscita a fuggire. Dalla stazione ha chiamato i carabinieri che, partendo dalle descrizioni della vittima, sono riusciti a trovare prima uno dei due (all’uscita di un supermercato) e, ospite di un amico estraneo all’episodio di violenza, l’altro che dormiva. Il telefonino della ragazza era lì.
Rapina del cellulare e violenza sessuale i reati per i quali Benzar è stato condannato e per i quali sarà giudicato, a fine luglio, anche Barbu.
Fonte: La Stampa