Era un marito stupendo, dopo che feci il cesareo cominciò a maltrattarmi
Ma al processo lei ridimensiona le accuse
Un marito “stupendo” – che in tredici anni di matrimonio “ha mai pronunciato minacce, mai alzato le mani” – al momento del parto della sua primogenita cambia totalmente atteggiamento. Non un parto naturale, ma un cesareo. E sarebbe stata questa pratica medica a stravolgere l’uomo, di Serravalle, oggi quarantacinquenne, tanto che le sue reazioni, immediate e successive, indussero la moglie ad andarsene e a denunciarlo. Ora è imputato di maltrattamenti.
Al processo, in cui è difeso dall’avvocato Silvia Nativi, è stata ascoltata la donna che, pur avendo raccontato in querela episodi molto gravi, non si è costituita parte civile. Ma, nella deposizione in aula, quegli episodi narrati e divenuti oggetto del dettagliato capo d’accusa, si sono ridimensionati. Il trascorrere degli anni ha di certo diluito la densità delle paure e delle tensioni di quel periodo. Tutto riconducibile al cesareo che i coniugi non desideravano, ma le complicanze avevano indotto i medici del San Giacomo di Novi a consigliarlo fortemente, senza indugi. Lei firmò il consenso, lui la prese molto male e, subito dopo il parto, volle punirla, per quella scelta, con parole, insinuazioni e doni particolari. Ad esempio, il libro di Wilbur Smith “Vendetta di sangue” e un ciondolo d’oro raffigurante una bambolina che la moglie descrisse marchiata da un macabro segno di colore rosso. Il difensore Nativi, però, ha prodotto la certificazione di garanzia di quel pezzo unico e la dichiarazione del gioielliere che ha escluso qualunque segno rosso. La donna stessa ha ammesso che, a parti insulti volgari (che in precedenza non c’erano stati affatto), gesti violenti non ne ha subiti e ha poi ricordato che sì, qualche mazzo di fiori per San Valentino le fu donato dal marito. Il 16 Aprile l’imputato proverà a spiegare il proprio comportamento, nei mesi successivi al parto. La discussione finale è fissata al 16 Giugno.
[Fonte: La Stampa]