Tortonese sfuggì alla violenza: ora incrocia in tribunale uno dei suoi aguzzini
In due l’avevano trascinata in una zona isolata: la ragazza, già in parte spogliata, reagì con forza e riuscì a scappare.
Le è toccato rivedere, a distanza di pochi passi, uno dei due uomini che, il 28 dicembre scorso, avevano cercato di violentarla. La venticinquenne tortonese, occhiali grandi su un viso pulito e determinato, stretta nel suo giaccone nero, non abbassa lo sguardo anche se le costa chissà quale fatica. Forse non riesce ancora a spiegarselo dove l’ha trovato tutto il coraggio di reagire ai due che l’avevano già spogliata a metà e cercavano di sfilarle i calzoni. Aveva gridato. Inutilmente: nessuno riusciva a sentirla nell’area abbandonata e fatiscente, conosciuta a Tortona come ex Alpha, dove un tempo c’era un’attività di confezione di tabacchi e sale. Lì l’avevano trascinata. Il pretesto banale: «Hai una sigaretta?». La ragazza, vicino alla stazione, stava attendendo la madre e intanto consultava il cellulare. Non aveva avuto tempo di rispondere, né di reagire alle quattro braccia che la portavano via. Era la rapina il loro primo intento? Lo mutarono nella più orribile delle offese, cui la ragazza, ormai stremata, ma non vinta, si ribellò scalciando fino a sorprendere gli stessi aggressori e sottraendosi alla furia bestiale dei due. Fuggì, raggiunse la stazione e chiamò i carabinieri di Tortona che, prima di sera, identificarono e fermarono Cristi Florin Balcu, trentaduenne, e Ilie Benzar, 33.
Il pm Alessio Rinaldi, che li ha incriminati per rapina aggravata e di violenza sessuale di gruppo, ha chiesto il rito immediato, saltando l’udienza preliminare. Uno dei due, Benzar, difeso da Alexia Cellerino, sarà processato in abbreviato (per avere diritto allo sconto di un terzo dell’eventuale pena e l’udienza deve ancora essere fissata), l’altro, Barbu, invece, è favorevole al rito ordinario: sarà interrogato dal tribunale, presieduto da Giulia Maccari, il 17 aprile. Prima, toccherà alla vittima (ieri costituita parte civile, con l’avvocato Silvia Nativi) raccontare l’incubo che non è certo guarito nei dieci giorni di prognosi per il «trauma psichico da riferita aggressione a sfondo sessuale» riscontrato al Pronto Soccorso.
[Fonte: La Stampa]